Si chiude l' undicesima edizione dedicata ai vini del Sud un breve report e i doverosi ringraziamenti

News Radici del sud

 

In questi giorni, chiusa l’undicesima edizione di Radici del Sud, ho raccolto le considerazioni di quanti hanno voluto esprimere sulla manifestazione, sia pubblicamente che in privato, un personale parere che unito alle mie riflessioni tendenzialmente critiche affinché le attività che vi si svolgono possano sempre meglio assolvere alle finalità del Salone del Vino, mi hanno dato l’impressione di un lieve crescente miglioramento da registrarsi rispetto agli anni passati insieme però alla costante difficoltà nell’offrire a ognuno dei numerosi produttori partecipanti, quest’anno 183, le stesse opportunità. Solo una buona parte di questi infatti riesce a ottenere attraverso il concorso, gli incontri BtoB con gli operatori, il Salone della giornata conclusiva o gli incontri con i giornalisti nei press-tour, visibilità, contatti con nuovi interlocutori e anche opportunità commerciali.

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La notevole compressione delle attività dei giornalisti e dei buyer internazionali nei sei giorni di Radici, visto il numero sempre crescente delle cantine coinvolte, rischia di rendere quella che dovrebbe essere per gli ospiti della manifestazione una piacevole immersione nei nostri territori e delle relative realtà produttive un compito forse troppo faticoso, una specie di tour de force!

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E’ necessario che l’esperienza di Radici riesca a rappresentare uno speciale viaggio nel cuore del Mediterraneo capace di lasciare un ricordo illuminante sulle tante macro e micro realtà attive nei territori del Sud; deve costituire una possibilità unica nel suo genere di sperimentare, attraverso 420 vini tutti autoctoni di 183 produttori tutti del Sud e attraverso le varie attività sul tema tenute durante l’arco di una settimana, la sorpresa di trovarsi al cospetto di una realtà tutt’altro che in ritardo e in preda alla perenne ansia di riscatto rispetto alle ben note strapotenze nazionali e d’oltralpe che dominano i mercati e che non possono e non devono essere considerate come competitor di riferimento. Solo una strada può consentirci di presenziare con dignità sui mercati del vino di riferimento, adottare strategie condivise tra territori e produttori.

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La scoperta dell’acqua calda, ma davvero non riesco a immaginare un’alternativa via d’uscita al problema. E’ vero, potrebbero dire molti, ma le difficoltà del quotidiano, da domani, dai prossimi giorni, come le risolvo visto che le possibili strategie condivise richiedono anni per produrre un effettivo processo di cambiamento? Il processo di cambiamento si potrebbe avviare dal piccolo, per ogni territorio, per un vino, per un’etichetta e si potrebbe iniziare a ragionare diversamente senza stravolgere le politiche aziendali dall’oggi al domani ma nel tempo lavorando insieme a un progetto aziendale e territoriale soprattutto. Sentir dire, senza scendere nel dettaglio di nomi e cognomi, che un Primitivo, un Nero di Troia, un Gaglioppo o un Perricone debba costare dai 2 ai 4 euro max francamente mi dà l’idea della canzone che non si può più ascoltare.

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Mi fermerei qui, Radici è stata anche una splendida festa del vino e delle cantine, perciò vorrei condividere la gioia e la soddisfazione che me ne derivano e soprattutto ringraziare gli artefici, le solide figure professionali che rendono possibile questo progetto italiano del Sud lontano da clamori e palcoscenici ma lavorando dietro le quinte, dimostrando superlativa concretezza.

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Grazie a Manila Benedetto, Enzo Pietrantonio, Giovanni Gagliardi, Francesca Tamburello e Manuela Laiacona, al media partner Luciano Pignataro, a Ole Udsen il cui supporto è sempre più prezioso e dinamico,

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un profondo grazie a Elisabetta Tosia ogni partner e associazione che hanno collaborato alla realizzazione delle attività del salone e dei press tour,

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ai sommelier dell' Ais Puglia e al suo coordinatore Giampaolo Polese, alle Donne del Vino di Puglia e alla sua presidente Marianna Cardone, a DeGusto Salento e alla sua presidente Ilaria Donateo, a Slow-wine Puglia e al suo Presidente pugliese Francesco Muci, all'Assoenologi di Puglia e al suo presidente Massimiliano Apollonio,

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a Giuseppe Barretta per il suo contributo offerto durante il press-tour, al direttore artistico dell'After di Radici del Sud Lello Tornatore, a tutti gli chef che hanno realizzato piatti apprezzatissimi durante la serata conclusiva Nando Salemme (Abraxas osteria/Pozzuoli) dalla Campania, Bianca Celano (Qcucinaqui/Catania) dalla Sicilia, Mariantonietta Santoro (Al Becco della Civetta/Castelmezzano) dalla Basilicata, Giuseppe Gatto (Da Lucrezia/Trebisacce) dalla Calabria, Stefano D’Onghia (Botteghe Antiche/Putignano) e Roberto Caputo (Una Hotel Regina/Bari) dalla Puglia, al Comune di Gallipoli insieme a Rita de Bernart, ai presidenti di giuria Maurizio Valeriani, Pierluigi Gorgoni e Chiara Giorleo a tutti i wine-writer e i wine-buyer e ai 183 produttori di vino che hanno reso possibile quest'ultima edizione.

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Spero di non aver dimenticato nessuno, l’appuntamento con la XII edizione è dal 30 Maggio al 5 Giugno. Grazie a tutti per questa magnifica opportunità.

foto di Manuela Laiacona

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